Perché non possiamo non dirci pacifisti – Mio intervento su Avvenire

Il paradosso della difesa della pace è tutto qui: prima dello scoppio di un conflitto la difesa della pace non interessa, un attimo dopo è già troppo tardi per farla avanzare.
Questo paradosso dovrebbe portarci a dire che il pacifismo non può esistere? Tutt’altro. Di fronte all’aggressione all’Ucraina dobbiamo dirci con chiarezza che il pacifismo non deve più attendere per affermarsi come pensiero dominante. Oggi più che mai, ricorrendo a Benedetto Croce, dobbiamo sostenere con forza che come europei non possiamo non dirci pacifisti.

Se non è ora il momento in cui debbano avanzare i costruttori di pace, cosa si dovrà più attendere per prevenire le guerre?
La pace scricchiola ormai dappertutto.
Adesso il pacifismo deve sognare di divenire un pacifismo attivo di popolo.
Oltre al recupero del pane giusto, servirà far tornare le rose di una spiritualità europea, una spiritualità che sembra essersi persa nel razionalismo politico ed economico.
Ora tocca a noi, tocca ai pacifisti europei. Tocca alla Nonviolenza attiva.

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